Mercoledì 28 Agosto

21:00 - Arena del monastero
Via Balegno, 4, 10040 Rivalta di Torino TO

Mi abbatto e sono felice

Teatro

La felicità dell’uomo occidentale pare essere direttamente proporzionale a quanto produce e quanto consuma...


Dettagli evento

Ingresso

Mi abbatto e sono felice
Il monologo eco-sostenibile

Mercoledì 28 agosto 2024, ore 21.00

Rivalta di Torino (TO), Arena del monastero

Ingresso gratuito. L'evento potrebbe iniziare dopo le 21:00 per esigenze tecniche legate alla necessità di avere meno luce naturale.

Descrizione

L'urgenza dello spettacolo... perché "eco-sostenibile"?
L’idea di mettere in scena “Mi abbatto e sono felice” nasce dalla riflessione che mi ha accompagnato nei mesi successivi alla morte di mio nonno, una persona che mi ha insegnato tanto e che stimo infinitamente per la condotta di vita esemplare perseguita durante i 91 anni trascorsi su questo pianeta.
“Mi abbatto e sono felice” è un monologo a impatto ambientale “0”, autoironico, dissacrante, che vuole far riflettere su come si possa essere felici abbattendo l’impatto che ognuno di noi ha nei confronti del Pianeta. “Mi abbatto e sono felice” non utilizza energia elettrica in maniera tradizionale. Si autoalimenta, grazie allo sforzo fisico prodotto dall’attore in scena. Non sono presenti altri elementi scenici, i costumi sono essenziali e recuperati dal guardaroba di nonno Michele. Le musiche sono live.

Lo spettacolo
Disagio, crisi, scarsa produttività, povertà, inquinamento, surriscaldamento globale, etc.. Ma come, nell’era del benessere ci sono tutti questi problemi?! La felicità dell’uomo occidentale pare essere direttamente proporzionale a quanto produce e quanto consuma: producendo si ottiene denaro e più denaro si possiede, più si consuma e ci si sente felici. Siamo certi di questa affermazione? Molti di noi avrebbero la risposta pronta, ma a parole siamo bravi tutti. Sono i fatti quelli che contano. Pensiamo per un attimo alla tensione che scorre all’ora di punta nei centri delle città, quando basta un clacson per far scoppiare una rissa.
Pensiamo all’invidia nei confronti di chi ottiene un passaggio di livello, ai continui piagnistei delle persone davanti a uno spritz, ai milioni di finanziamenti suicidi per assicurarsi un’automobile da 40.000 euro, alle farmacie prese d’assalto da una popolazione malata e acciaccata. Vi sembrano segni di un popolo felice? La risposta pare piuttosto scontata. Eppure i capi dei governi invitano a consumare di più, a produrre di più, con un’ inevitabile incremento della frustrazione umana. Le lotte di potere sono all’ordine del giorno e a qualsiasi livello. Dall’altra parte gli stessi capi dei governi parlano dei problemi di inquinamento, rifiuti tossici, surriscaldamento globale,... Anche qui si riscontra un paradosso non indifferente. Si spinge a produrre e a consumare di più e poi ci si
lamenta di come il pianeta stia andando a rotoli?
Siamo la specie più invasiva della Terra, accecata da un materialismo dilagante. L’ipocrisia è all’ordine del giorno.
In tutto questo, l’unica ancora di salvezza è l’Amore. L’unica variabile impazzita, l’unica variabile a sfuggire alle leggi della fisica e della chimica. L’amore per se stessi, per le altre creature e per il pianeta che ci ospita potrà salvarci da un declino altrimenti inarrestabile.
L’amore non costa, non crea PIL, non inquina, è scomodo perché fa ammalare di meno, perché sfugge alle statistiche, perché non è tassabile, almeno per ora.
“Mi abbatto e sono felice” non utilizza energia elettrica in maniera tradizionale. Si autoalimenta grazie allo sforzo prodotto dall’attore in scena, che pedalando per un’ora intera su una bicicletta recuperata nel garage del nonno, fa girare una dinamo collegata ad un faro, che si illumina a seconda dell’intensità della pedalata. Non sono presenti altri elementi scenici, i costumi sono essenziali e originali di nonno Michele. Le musiche sono live. E’ lo stesso attore ad accompagnare il pubblico in alcune esperienze sensoriali, suonando uno strumento a percussione in legno, realizzato a mano da un artigiano africano.
Lo spettacolo si presta a stimolanti sinergie con enti che si occupano delle questioni legate alla salvaguardia dell’ ambiente, all’eco-sostenibilità, alla decrescita felice. L’intenzione è quella di sensibilizzare trasversalmente la
cittadinanza, attraendo anche un pubblico solitamente non avvezzo al teatro.

La compagnia
Mulino ad Arte è una compagnia teatrale fondata da Daniele Ronco, Jacopo Trebbi e Costanza Frola nel 2012 e oggi diretta da Daniele Ronco con un team di lavoro affiatato, che da anni lavora per trasformare i sogni in progetti realizzati per e con il pubblico.
Negli anni si sono affiancati a Mulino ad Arte molti artisti, fra i quali Riccardo Bellandi, Daniele Salvo, Raffaele Latagliata, Marco Lorenzi, Marco Cavicchioli, Elena Aimone, Tullio Solenghi, Ugo Dighero, Pierpaolo Congiu, Lia Tomatis, contribuendo ad arricchirne il percorso artistico.
Dopo diversi anni di ricerca abbiamo focalizzato la nostra energia creativa in favore della produzione green. Amiamo il nostro Pianeta e vogliamo riflettere attraverso il teatro sulle grandi sfide del nostro presente. Secondo la nostra etica, vivere in armonia con la casa che ci ospita viene prima di tutto, perché senza questa armonia nulla potrà più esistere.
Vogliamo rendere questo tema popolare nella sua accezione più nobile e sfatare il mito per cui il green non fa “show”, conquistare nuove fasce di pubblico, soprattutto i più scettici nei confronti di questo argomento.
Da quando abbiamo sposato la causa green, nei nostri spettacoli si parla di sostenibilità cercando di parlarne il meno possibile, attraverso la presentazione di personaggi antitetici che la incarnano o la ripudiano. Lo stile con cui scriviamo i testi spesso si avvale di un approccio distopico e surreale, senza mai però perdere il contatto con la realtà.

L’autore/interprete
Daniele Ronco nel 2011 si diploma presso la Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”. Il suo percorso formativo è arricchito da numerosi stages tra i quali: Ron Gilbert, Anthony Caldarella, David Callahan, Stefania De Santis, Peter Stein, Giuliana Soldani, André Casaca, Riccardo Bellandi, Vittorio Franceschi, Marco
Cavicchioli, Renata Palminiello, Daniele Salvo.
E’ direttore artistico della compagnia teatrale Mulino ad Arte di Torino, con la quale porta avanti un’intensa attività di produzione e distribuzione nazionale, unita ad una presenza sul territorio che ne fa un punto fermo della cultura
piemontese.
Per il teatro lavora con diversi registi, tra i quali: Renata Palminiello, Vittorio Franceschi, Riccardo Bellandi, Marco Lorenzi, Daniele Salvo, Emiliano Bronzino, Gabriele Tesauri, Giordano Amato, Carlo Roncaglia.
Con il suo lavoro ottiene diversi premi e riconoscimenti: Cassino Off 2016, Maldipalco 2014 e 2015, Le strade degli altri 2017, Voce della società giovanile 2017 e miglior spettacolo green&smart nazionale 2018.
Per il cinema e la tv lavora con diversi registi, tra i quali: Paolo Severini, Marco Bellocchio, Yuri Storasi, Luca Ribuoli, Takashi Minamoto, Riccardo Donna, Alice Filippi.
Dal 2015 nasce un forte sodalizio con la band Kachupa/Magasin du café, per la quale dirige e interpreta il videoclip del singolo “Le strade vuote della notte”. Nel 2016 recita nella fiction diretta da Riccardo Donna “Sulla strada di casa” ed è il protagonista Felice Filippi nel docufilm “’78 – vai piano ma vinci” presentato al Torino Film Festival 2017 e inserito nella cinquina finalista ai David Donatello 2018 (sez. Documentari). Nel 2019 prende parte alla serie televisiva “The smiling” per la regia di Francesco Ferraiuolo e recita al Globe Theatre di Roma nel Giulio Cesare di Daniele Salvo.
Nel 2020 è autore e interprete dello spettacolo "IL GRANDE GIORNO" che debutta alla 42*edizione del Festival Asti Teatro.
Nel 2021 è autore e interprete, insieme a Ugo Dighero, dello spettacolo "UN PIANETA CI VUOLE".

Produzione

MI ABBATTO E SONO FELICE
Il monologo eco-sostenibile

produzione Mulino ad Arte
di / Daniele Ronco (ispirandosi a ‘La decrescita felice’ di Maurizio Pallante)
con / Daniele Ronco
regia / Marco Cavicchioli
elementi di scena / Piero Ronco, Federico Merula, Lorenzo Rota
genere / teatro di narrazione

 

In collaborazione con