IL DUCE DELINQUENTE
Con Aldo Cazzullo e Moni Ovadia
musiche dal vivo di Giovanna Famulari
Domenica 19 febbraio, ore 18.00
Teatro Magnetto, Almese (TO)
Ingresso: 15 euro, pagamento in cassa
Ridotto 10€ (overo 65, Under 18 e Promo Revejo)*
Prevendite disponibili su Vivaticket
*promozione riservata a chi ha già acquistato un biglietto per una delle stagioni di Revejo/Borgate dal Vivo
Per ulteriori informazioni scrivere al numero 388 425 1228
La maggioranza degli italiani pensa che Mussolini fino al 1938 le abbia azzeccate quasi tutte, fino all'"errore" dell'alleanza con Hitler, delle leggi razziali, della guerra. Dimostreremo che non è così. Prima del 1938, Mussolini aveva provocato la morte di Gobetti, Gramsci, Matteotti, Amendola, dei fratelli Rosselli e di don Minzoni. Aveva fatto morire in manicomio il proprio stesso figlio, e la donna che aveva amato. Aveva preso e mantenuto il potere nel sangue, perseguitando oppositori e omosessuali, imponendo un clima plumbeo e conformista. Aveva chiuso i libici in campo di concentramento, gasato gli abissini, bombardato gli spagnoli. Si era dimostrato uomo narcisista e cattivo. La guerra non è un impazzimento; è lo sbocco naturale del fascismo. E aver mandato i soldati italiani a morire senza equipaggiamento in Russia, nel deserto, in Albania è stato un altro crimine, contro il suo stesso popolo. E ancora devono arrivare gli orrori della guerra civile. E del neofascismo delle bombe sui treni, nelle banche, in piazza.
Una storia a due voci: Aldo Cazzullo racconta, Moni Ovadia legge i testi del Duce e delle sue vittime. Con musiche e canzoni dell’epoca.
Alla fine capiremo perché dobbiamo vergognarci del fascismo. Ed essere orgogliosi dei resistenti che l'hanno combattuto.
ALDO CAZZULLO: Entra a La Stampa come praticante nel 1988.[1] Nel 1998 si trasferisce a Roma. Nel 2003, dopo quindici anni a La Stampa, passa al Corriere della Sera dove è inviato speciale ed editorialista. Ha raccontato i principali avvenimenti italiani e internazionali degli ultimi 25 anni, in particolare le elezioni di Chirac, Erdogan, Bush, Abu Mazen, Netanyahu, Sarkozy, Obama, Cameron, Hollande, Trump, Macron, Sanchez, Johnson, oltre ai referendum sull'Europa, da quello francese su Maastricht (1992) alla Brexit. Ha seguito cinque edizioni dei Giochi Olimpici (Atene 2004, Torino 2006, Pechino 2008, Londra 2012, Rio 2016) e cinque Mondiali di calcio, compresa la vittoria degli Azzurri in Germania nel 2006. Ha intervistato Bill Gates, Steven Spielberg, Keith Richards, Jacques Le Goff, Don De Lillo, Mario Vargas Llosa, Daniel Day Lewis, Gérad Depardieu, Nigel Farage, Marine Le Pen e Rafael Nadal oltre ai protagonisti della vita pubblica italiana. Ha dedicato oltre venti libri alla storia e all'identità italiana, sia in chiave critica - come Outlet Italia (2007), L'Italia de noantri (2009) - sia in difesa della storia e delle potenzialità del nostro Paese. Viva l'Italia! (2010), Basta piangere! (2013), Possa il mio sangue servire (2015), Metti via quel cellulare (2017), scritto con i figli, hanno tutti superato le centomila copie; La guerra dei nostri nonni le duecentomila. Dal 10 gennaio 2017 è titolare della rubrica delle lettere del Corriere della Sera, succedendo a Sergio Romano[3]. Il 19 settembre 2018 esce Giuro che non avrò più fame. L'Italia della Ricostruzione, edito da Mondadori. Nel 2020 pubblica “A riveder le stelle. Dante, il poeta che inventò l’Italia”,grande successo editoriale da oltre 250.000 copie vendute, destinato a diventare uno spettacolo teatrale portato in scena con il cantante Piero Pelù a partire da giugno 2021 e rappresentato nei principali teatri e Festival Italiani. Sempre nel 2021 escono in libreriaLe italiane. Il Paese salvato dalle donne, Solferino e Il posto degli uomini. Dante in Purgatorio dove andremo tutti, Collana Strade blu, Mondadori.
Moni Ovadia – Uomo di teatro, attivista dei diritti civili e sociali. Nato a Plovdiv in Bulgaria nel 1946, da una famiglia ebraico-sefardita, alla fine degli anni '40 si trasferisce a Milano con la famiglia. Formatosi come cantante di musica popolare sotto la guida di Roberto Leydi col gruppo Ensemble Havadià, nel 1984 si dedica al teatro avviando una serie di collaborazioni con numerose personalità della scena tra cui Pier’Alli, Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Giorgio Marini, Franco Parenti. È questa per Moni Ovadia, l’occasione di fondere le proprie esperienze di attore e di musicista, dando vita alla proposta di un “teatro musicale” lungo il quale ancora oggi opera la sua ricerca espressiva. el 1993 con Oylem Goylem, una creazione di teatro musicale in forma di cabaret, Ovadia si impone all’attenzione del grande pubblico e della critica giornalistica.
A questo spettacolo ne seguiranno molti altri quali Dybbuk, Ballata di fine millennio, Il caso Kafka, Mame,mamele,mamma,mamà… Il Banchiere errante, L’Armata a cavallo, Le storie del Sig.Keuner, Il Violinista sul tetto, la Bella utopia, solo per citarne alcuni, fino ai più recenti “Le Supplici” di Eschilo, “Liolà” di Luigi Pirandello e “Dio ride, nish koshe”. Per il cinema ha lavorato con Nanni Moretti, Mario Monicelli, Roberto Andò, Roberto Faenza e altri. Radio, dischi, libri, lezioni universitarie, fanno da contrappunto alla sua attività principale. Per 5 anni è stato Direttore Artistico di Mittelfest (Festival della cultura mitteleuropea) di Cividale del Friuli. Dal mese di marzo 2021 è Direttore della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.
Nel corso di questi anni gli sono stati conferiti numerosi premi alla carriera e all’impegno civile tra i quali, come egli stesso ama ricordare, il “Sigillo per la pace”, conferitogli dalla città di Firenze, il “Premio Franco Enriquez” per l'impegno civile, il “Premio Speciale UBU 1996” per la sperimentazione teatrale, il “Premio Govi” dalla città di Genova e nel 2009 dal Presidente della Repubblica Italiana il Premio De Sica per il teatro e nel 2010 il prestigioso Premio Musatti dalla Società Psicoanalitica Italiana. Nell’autunno del 2005 gli è stata conferita una laurea honoris causa in Lettere-Filosofia dall’Università di Pavia, nel 2007, in Scienza della Comunicazione dall’Università per Stranieri di Siena e nel maggio 2019 è stato insignito dall’Università degli Studi di Palermo di una laurea honoris causa in “Musicologia e Scienze dello Spettacolo” a Moni Ovadia, Moni Ovadia, oggi è considerato uno dei più prestigiosi e popolari uomini di cultura ed artisti della scena italiana. Il suo teatro musicale, ispirato alla cultura yiddish che ha contribuito a fare conoscere e di cui ha dato una lettura contemporanea, è unico nel suo genere, in Italia ed in Europa. Il suo pubblico abbraccia tutte le generazioni. E’anche noto per il suo costante impegno etico e civile a sostegno dei diritti e della pace.
Giovanna Famulari,musicista eclettica,diplomata al conservatorio di Giuseppe Tartini diTrieste. Violoncellista, pianista, arrangiatrice e produttrice artistica,spazia tra vari generi e stili musicali che vanno dal pop al jazz, dalla musica world alla musica contemporaneapassando dal teatro ai concerti e alle colonne sonore. Ha vinto tra l’altro il premio “pavoncella d’oro” e il Premio “AILA 2018”.
Ha al suo attivo la realizzazione di 90 CD. Per la Rai Radiotelevisione Italiana si è esibita in numerosi programmi tv e radiofonici, oltre ai suoi progetti musicali da solista collabora con diversi artisti nazionali ed internazionalitra cui, Tosca, Teho Teardo,Linda MayHan Oh,Solomon Burke,Ron, Nicola Piovani,Sergio Cammariere,Lenny White,Fred Martins,Marcus Eaton,Mogol,Vinicio Capossela,Gegè Telesforo,Joe Barbieri,Luca Barbarossa,Vincent Segal, Nicola Stilo,Luisa Sobral,Pietro Cantarelli,Gabriele Mirabassi, Paolo Di Sabatino. Con Tosca ha vinto due Targhe Tenco per”Morabeza“ e il Nastro d'Argento per "il suono della voce" un docufilm prodotto da Rai cinema.