Sabato 25 Gennaio

ACQUISTA BIGLIETTO 21:00 - Teatro Fassino
Via IV novembre, 19
Avigliana

Che ci faccio qui in scena

Teatro

Domenico Iannacone porta in teatro le storie della sua trasmissione televisiva andata in onda su Rai 3.


Dettagli evento

Ingresso

Che ci faccio qui in scena
di e con Domenico Iannacone

Sabato 25 gennaio 2025, ore 21.00
Teatro Fassino, Avigliana

Biglietto intero: 18€ + d.d.p.
Biglietto ridotto: 15 + d.d.p.

Prevendite disponibili su Vivaticket, nei punti vendita autorizzati e presso la biglietteria Revejo (Dal 7 ottobre e fino al 25 novembre, ogni lunedì dalle 17:30 alle 19:00 presso la caffetteria "La fabbrica").

Biglietti disponibili anche in biglietteria la sera dello spettacolo dalle 20:00
Spettacolo COMPRESO nell'abbonamento, scopri tutti i dettagli!

di e con Gioia Salvatori

di e con Domenico Iannacone
musiche live di Francesco Santalucia
installazioni video di Raffaele Fiorella
coordinamento tecnico di Eva Sabelli
coordinamento artistico di Stefano Sabelli
TERRY CHEGIA

 

Descrizione

Le storie più straordinarie sono quelle che ci passano a fianco senza che ne accorgiamo. Spesso sono così piccole che bisogna andare a cercarle tra le tante cose che non valgono nulla.
Il racconto televisivo neorealistico di Domenico Iannacone si cala nel teatro di narrazione e trasforma le sue inchieste giornalistiche in uno spazio intimo di riflessione e denuncia. Il palcoscenico diventa luogo fisico ideale per portare alla luce quello che la televisione non può comunicare. Le storie così riprendono forma, si animano di presenza viva e voce e tornano a rivendicare il diritto di essere narrate. Iannacone rompe le distanze, prende per mano lo spettatore e lo accompagna nei luoghi che ha attraversato, lo spinge a condividere le emozioni, i ricordi, la bellezza degli incontri e la rabbia per quello che viene negato. Il teatro di narrazione diventa in questo modo anche teatro civile, in grado di ricucire la mappa dei bisogni collettivi, dei diritti disattesi, delle ingiustizie e delle verità nascoste. Mentre le immagini aprono squarci visivi, facendo scorgere volti, case, periferie urbane ed esistenziali, le parole dilatano la percezione emotiva e permettono di entrare, come una voce sotterranea, nelle viscere del Paese.

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